“Straccio di Tregua” – scultura in terracotta e porcellana non smaltata e dipinta
Autore dott. Franco Galanti (fondatore di ArSo Arte sobria e solidale)
La scultura, esposta presso la Libreria Al Segno di Sacile – PN, è in vendita in offerta libera (al miglior offerente) e il ricavato sarà interamente devoluto a favore di Progetto Susan ODV.
Offerta libera ricordando che è l’opera di un artista e non un oggetto di artigianato.
Libreria Al Segno
Il braccio teso che regge lo straccio bianco richiama subito al pensiero un appello, una richiesta di aiuto, ma poi, avvicinando la visuale si scopre che non è così. Il volto dell’uomo è rassegnato, non sconfitto, e sembra protendere lo straccio bianco, fragilissimo nella sua consistenza, quasi come in un gesto di attesa fatalistica: verrà mai una tregua in tutte le guerre che affliggono l’umanità sempre più, o forse come sempre, disumana?
Un manifesto contro tutte le guerre, non disperato, come un piccolo faro bianco di speranza a cui guardare per non perdersi. Un legame forse con la filosofia di Progetto Susan che non pretende di risolvere i problemi dell’Africa e, in particolare, del Burkina Faso, ma getta semi di speranza seguendo un modello di Cooperazione internazionale fatto di collaborazione, di ascolto e rispetto della realtà locale, di aiuto concreto, discusso e ragionato, ma non invasivo o calato dall’alto secondo modelli della nostra cultura.
La scultura, esposta presso la Libreria Il Segno di Sacile, è in vendita in offerta libera ( al miglior offerente in caso c’è ne sia più d’uno ) e il ricavato sarà interamente devoluto a favore di Progetto Susan ODV. Offerta libera ricordando che è l’opera di un artista e non un oggetto di artigianato.
Franco Galanti
Dirigente medico di I livello
nato a Milano il 19 dicembre 1961, è un Dirigente medico di I livello presso l’Azienda ospedaliera di San Vito al Tagliamento (PN), oltre che endoscopista e chirurgo ospedaliero pubblico.
Disegna dall’età di circa 4 anni e si dedica alla pittura e alla scultura a partire dai 18 anni, dedicandovi con passione il suo tempo libero e anche qualcosa in più. Ha operato gratuitamente per un periodo in Burkina Faso a Nanoro e in tempi recenti in Madagascar. Nel 2002 ha fondato in Friuli Ar.So., l’Associazione Culturale Arte Solidale che si occupa di fondere tra loro l’esperienza artistica e quella di “cura” attraverso opere – e gesti – concreti. A tutt’oggi ne è il Presidente.
La filosofia di Ar.So. è semplice: qualunque artista visivo che doni una o più opere e condivida principi di solidarietà, i principi di arso, incluso il regolamento interno diviene socio e insieme comproprietario di tutte le opere di arso. Il dott. Franco Galanti collabora con Progetto Susan dal 2010 ed attualmente fa parte del Comitato direttivo.
Ed ecco il giudizio di Gerardo Lunatici sulle opere di Franco Galanti.
Si può essere scultori in molti modi: scolpendo il marmo, lavorando il legno, fondendo il metallo. Oppure plasmando la terra, e Franco predilige questo modo di essere scultore.
Credo che la sua scelta sia anche dovuta alla sua indole e al suo desiderio di avere un rapporto diretto con la materia per affondarvi le mani e sentirla “vivere” al contatto del suo corpo.
Modellare l’argilla è infatti la forma più antica e primitiva utilizzata per la realizzazione di figure artistiche, assieme a una forma ancestrale e primordiale per sviluppare un legame naturale con la terra.
Un rapporto, questo, che ciascun essere umano – compreso l’uomo moderno – vive in tenera età plasmando la sabbia o giocando col fango.
Forse è per questo che Franco ama l’Africa, patria dell’Uomo, e ama la sua gente e la sua poesia, sensuali ed espressive. Le forme delle terrecotte di Franco sono dunque potenti, ma anche armoniche, sinuose e avvolgenti, a loro modo estreme.
Franco si ispira ai miti dell’umanità e alle figure simboliche della storia per ritrovare il senso profondo dell‘essere uomini e donne sulla terra.
Nel suo lavoro emerge una certa drammaticità frutto di una lotta: quella per trasformare l’informe in significato, il caos in bellezza.
Per questo le terrecotte di Franco vanno non solo viste, ma anche toccate.
Andrea Cecchini
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